Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza,
il suo sangue per noi versato
è la bevanda che ci redime da ogni colpa.

Prefazio della SS. Eucaristia

Con due gesti tipici Gesù celebra la sua Pasqua nella cena con i suoi amici proprio mentre ricordavano e commemoravano la liberazione d’Israele dalla schiavitù di Faraone.

Gesù lava i piedi ai discepoli e spezza il pane per loro e fa bere al calice del vino. A questi gesti Egli lega parole che spiegano e invitano a fare quello che lui stesso ha fatto.

Queste parole e questi gesti ci aiutano a contemplare e a riconoscere cosa è stata la sua vita: un corpo spezzato per la gioia degli uomini, sangue versato per una nuova alleanza, un’alleanza eterna con Dio.

In questo santo giorno il Signore Gesù ci invita alla sua tavola perché anche noi partecipiamo alla sua vita.

Gesù sa che è giunta la sua ora; quello che dirà e farà riveste, dunque, un’importanza estrema: è l’essenziale della sua vita e della sua missione che egli vuole riassumere ed imprimere nel cuore dei discepoli.

Ad entrambi i gesti è legato un comando esplicito di Gesù perché i discepoli li ripetano. In effetti, in quelle azioni c’è tutto Gesù, la sua vita e la sua morte, la sua passione e la sua risurrezione; solo attraverso quei gesti noi possiamo comprendere ed accogliere il suo dono.

Gesù vuole lavarci i piedi per liberarci da ogni male, da ogni cattiveria, per toglierci la sporcizia che si è accumulata sulla nostra pelle e nel nostro cuore. Gesù accetta di chinarsi, di inginocchiarsi davanti a noi, di diventare il nostro servo, pur di farci entrare in un’esistenza nuova. Ma perché questo avvenga, bisogna accettare di stare davanti a lui con la nostra fragilità e la nostra debolezza, bisogna essere disposti a lasciarci lavare nel profondo, bisogna abbandonarci al suo amore con la stessa fiducia di un bambino.

C’è un pane, ma non è un pane qualunque. È la stessa vita di Gesù, quella vita che è stata interamente offerta, senza nulla trattenere per sé. In effetti Gesù ha regalato tutto: il suo tempo e le sue energie, la sua misericordia e la sua compassione, la sua lotta contro il male e contro ogni ipocrisia, la sua difesa dei piccoli e degli abbandonati.

Gesù si mette in ginocchio, davanti agli apostoli e lava loro i piedi: è un gesto supremo di servizio. Del resto lo precisa bene: il suo è un esempio, un esempio da imitare. «Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Gesù ci chiama al servizio, un servizio che passa attraverso la croce…

Attraverso i gesti del suo Signore la Chiesa ritrova la sua vera identità; riusciamo ad essere suoi discepoli soltanto tanto quanto laviamo i piede dei fratelli, tanto quanto ci spezziamo per amare come ci ha insegnato lui.

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