Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo,
che ha commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui;
venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede,
si rafforzi la certezza nella redenzione eterna

Post Communio Venerdì Santo


Il silenzio è lo spazio per entrare e per vivere il mistero di questo giorno; un silenzio adorante e colmo di fede, un silenzio pieno di compassione e di gratitudine per questo Dio che si è sottomesso alla morte per amore.

Il Dio della vita non può essere sottomesso alla morte e tuttavia in Gesù egli si è consegnato ad essa; ha condiviso le nostre debolezze, è stato maltrattato, disprezzato, colpito.

Grazie a questo gesto del Cristo noi ora siamo nutriti di una speranza solida: la vittoria sulla morte! Se questa non è stata ancora cancellata, è già stata vinta perché il Figlio del Dio vivente l’ha assunta e, nella sua forma più atroce, l’ha attraversata per amore e l’ha vinta.

Dominante in questo giorno è l’immagine del Cristo crocifisso, da guardare con gli occhi del cuore, da contemplare con tutta la forza del cuore, da fissare per cercare la vera identità del Crocifisso.

È lui l’Agnello innocente che prende su di sé il peccato del mondo; è lui il Figlio di Dio che offre la sua vita per noi, per tutti, il salvatore del mondo; Egli è colui che vince il male, il peccato, l’egoismo.

La croce è svelata ai nostri occhi perché contempliamo l’amore smisurato che c’è offerto. Il Cristo, inchiodato alla croce, ha trasformato quel legno in un simbolo di amore e di salvezza. Egli non è un condannato che invoca vendetta, che dalla croce grida tutta la sua rabbia; il Gesù della croce continua ad amare, nonostante l’ingiusta condanna, nonostante le falsità che hanno pronunciato contro di lui, nonostante lo scherno di cui è stato oggetto ...

Continua ad amare perché il suo amore non ha fine; continua ad amare perché solo così la morte, la cattiveria, il male subiranno la prima e definitiva sconfitta.

Nella morte di Gesù «tutto è compiuto» riguardo al suo amore; nel suo ultimo respiro egli «consegna lo spirito» ai testimoni credenti. Da quel gesto di amore totale inizia la creazione nuova, inizia ad esistere l’uomo nuovo, rinato nell’acqua viva dello Spirito sgorgata dal costato di Cristo trafitto dalla lancia del soldato. Acqua e sangue, vita e amore: qui è il senso della croce, il dono della salvezza che scaturisce dalla morte del Redentore.

Dio ci salva con la missione che affida a Gesù; Gesù ci salva con il suo amore solidale che lo porta a impegnarsi fino al dono della vita per noi: la sua fedeltà rende possibile inserire dentro la nostra storia la salvezza divina che gli era stata affidata. Da quel giorno il mondo non è più uguale; la storia ha preso una svolta, la vita ha una possibilità in più, la speranza diventa eterna e l’amore sconfinato.

Ti adoriamo, Signore Gesù; con la tua santa croce hai redento veramente il mondo, la nostra vita.


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