2 domenica di avvento 2017

 

La speranza cristiana non è attesa vuota, la certezza di avere dalla nostra parte un Salvatore non lascia nell’indifferenza e nell’inerzia.

Tutta la Parola che anima la liturgia odierna parla di conversione, di cambiamento. La preghiera autentica, che chiede la venuta del Signore, si confronta necessariamente con la vita quotidiana e con i gesti che possono esprimere la densità dell’incontro atteso: condividere, perdonare, accogliere, aiutare... diventano allora i verbi di una vita di fede che prepara la strada al Signore che viene a salvarci. La conversione cristiana è un cammino di maturazione continua e di trasfigurazione della sua quotidianità alla luce della grazia.

Nella figura di Giovanni Battista e nella sua predicazione di un battesimo di conversione il vangelo orienta in modo efficace a Gesù atteso quale rivelazione del Padre: è lui che immerge nello Spirito di Dio, è lui la sapienza che guida il nostro cammino terreno.

La prima lettura anticipa la speranza e la gioia a cui il vangelo di Gesù darà compimento: in essa ascoltiamo la profezia di Isaia, che annuncia come Dio torni ad essere pastore del suo popolo e lo guidi e lo sorregga nel cammino di conversione.

Questa richiesta di cambiamento in noi è presente anche nella seconda lettura: cieli nuovi e una nuova terra, nella quale avranno stabile dimora la giustizia e la pace, saranno possibili solo se la venuta del Signore troverà accoglienza e disponibilità.

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