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Seconda Domenica di Quaresima

Gli occhi del cuore

 «Ciò che per gli occhi del corpo
è il sole che vediamo,
lo è Cristo
per gli occhi del cuore»
(S. Agostino)

Ciò che cerchiamo all’inizio della vita è la luce; venire alla luce è nascere; così, ciò che cerchiamo alla fine della nostra esistenza terrena è sempre la luce.
Tutta la vita è ricerca di luce per i nostri occhi e per i nostri cuori. Spesso però ci imbattiamo nelle tenebre, il buio costringe le nostre scelte e appesantisce la nostra vita.
Più luce, allora; è il desiderio di andare oltre a quello che vediamo, oltre ciò che conosciamo, che sperimentiamo perché altrove ci porta il nostro stesso cammino.
Altrove, dove? I nostri tentativi umani ci conducono spesso nel deserto, a combattere con le nostre illusioni, con proiezioni di irreali e irrealizzabili miraggi. Lotta, tentazioni, separazioni provano il cuore e la mente, svuotano il vivere, stancano l’anima, desertificando la vita.
Camminare con lo Spirito di Dio, coltivare la propria vita spirituale è l’inizio del cammino per rendersi liberi dagli idoli e per governare i propri bisogni, le proprie attese, le proprie aspirazioni.
Ora che abbiamo iniziato il cammino, la mano del Signore Gesù ci prende con sé’ e ci conduce in alto, sul monte a pregare. Dalle nostre prospettive basse, dai nostri poveri pantani, dalle sabbie mobili dei nostri egoismi, la mano del Signore Gesù ci prende perche in lui e con lui saliamo in alto. La preghiera ci decentra da noi e ci permette di stare al cospetto del Signore; là, sul monte, là dove Egli attira i nostri cuori, succede l’imprevedibile, avviene l’incontro, accade il mistero. La nuvola che rivela la Presenza avvolge di splendore, e il volto di Gesù divine luce, diviene la luce per vivere, rinascere, cercare, trovare. Il salire in alto fa incontrare la luce nel volto del Signore Gesù; e poi ancora bisognerà discendere perché nella quotidianità della vita spendiamo quella luce che ha illuminato gli occhi, perché vediamo nella sua luce la vita e ci lasciamo giudicare dalla parola che salva.
La luce di Dio è l’ascolto di Cristo; Egli, il primogenito e l’eletto di Dio, manifesta agli uomini le vie per vivere nella verità, la via della vita. Ascoltatelo, ci raccomanda Dio; l’ascolto della parola trasfigura il volto, illumina i passi, permette anche di salire l’altro monte, quello della croce, sicuri che anche lì avverrà la trasfigurazione.
Sì anche sulla croce Gesù è il trasfigurato; proprio dalle tenebre più nere della morte e del dolore, dell’assurdità della violenza e della solitudine, egli è trasfigurato, egli risorge, diviene luce di Dio che svela la vita e l’amore come senso di tutto e come gioia di tutto.
Non è facile salire questo monte; ci ammalia di più restare nell’estasi della montagna del Tabor, a contemplare il trasfigurato, davanti alle tende in cui vorremmo catturare il mistero di Dio e della sua luce.
Ma è l’obbedienza alla Parola che ci fa figli; è l’obbedienza alla Parola che ci aiuta a vivere, che ci fa attendere, che permette alla piccola luce che abbiamo ricevuto nel Battesimo di divenire guida del vivere, per andare oltre, per uscire, per raggiungere l’altra sponda.
La luce è la Parola; il volto, la mano che accompagna è la Parola; lasciarsi condurre dalla Parola del Figlio sveglia dal sonno e fa vivere perchè apre gli occhi del cuore.

 



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